Donne nella finanza 15 maggio 2023

Parità di genere nel settore bancario: a che punto siamo?

Viktoria Labusga
Di: Viktoria Labusga
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La dottoressa di ricerca Leda Glyptis è intervenuta come guest speaker al nostro evento “Women in Banking: What’s your bank balance?” con una rivelazione che invita a riflettere: le donne che ricoprono posizioni manageriali nel settore bancario sono solo il 15%, mentre scendono allo 0% nelle 150 aziende tech della Silicon Valley. In Currencycloud, invece, le donne che rivestono ruoli di leadership ci sono eccome. Abbiamo chiesto a Lauren Passey, vicepresidente ufficio vendite e nuove imprese per le aree EMEA e Nord America, quali consigli darebbe alle donne agli inizi della carriera. Inoltre, Andrew Milne, responsabile relazioni di Currencycloud, ha illustrato le iniziative che abbiamo proposto per promuovere la parità di genere nella nostra azienda.

 

Come afferma la dottoressa Leda Glyptis, è difficile vedere il lato positivo della situazione vissuta oggi dalle donne occupate nel settore bancario. Questo articolo, però, spiega alcuni modi per ridurre questa disparità in termini di numeri e responsabilità e il percorso che altre aziende in questo campo dovrebbero seguire insieme a noi di Currencycloud per cambiare le cose. 

Diversità e inclusione non sono solo belle parole

La dottoressa Glyptis ha riportato che le donne che lavorano nel settore dei servizi finanziari sono il 46,5% in Europa e il 48% negli Stati Uniti. Se considerassimo solo queste statistiche, potremmo dire che non va così male. Tuttavia, gli stessi studi dimostrano che le donne che rivestono ruoli manageriali sono solo il 15%. È innegabile che quello finanziario sia un campo ancora prevalentemente maschile: i consigli di amministrazione delle 150 fintech più importanti, infatti, non contano nemmeno una donna. Anche se la maggior parte di queste società è continuamente attiva in iniziative per la diversità e l’inclusione, le cifre non mentono: la quota femminile a livello di leadership è praticamente inesistente. La dottoressa esorta i dipendenti a chiedersi chi o che cosa ostacola le donne, definendo se necessario i responsabili. Non basta solo dire di sostenere la diversità e l’inclusione, occorre anche discuterne seriamente. “È il momento di affrontare quelle cosiddette conversazioni scomode”, continua la dottoressa.

Quasi la metà del mondo è donna, perché per la finanza non vale lo stesso?

Nonostante la popolazione mondiale sia composta per il 49,2% da donne, nel settore tech la percentuale scende al 14%. Inoltre, i dati demografici evidenziano che oggi nascono più bambine che bambini. Alla luce di questi dati, la dottoressa Glyptis afferma: “Se le donne rappresentano il 50% della popolazione, significa che ci stanno impedendo di assumere i ruoli manageriali che ci spettano di diritto. Deve esserci un motivo che ci spinge a mollare o a rimanere in posizioni subordinate. Perché solo il 14% del personale che lavora in questo settore è al femminile? Posso accettare che ci sia ancora molto da fare, ma non che una percentuale così bassa sia normale.” 

“È fondamentale che le donne assumano posizioni di leadership.” La dottoressa dottoressa di ricerca

Inclusione: semplicemente giusto sostenerla

È dimostrato che l’inclusione influisce positivamente nelle aziende: tutte quelle con un team manageriale diversificato, infatti, ottengono risultati migliori anno dopo anno. Ciò è dovuto in parte al fatto che selezionano il personale attingendo da un talent pool ampio ed eterogeneo, piuttosto che dal solito 20% delle persone candidate. È così che stanno cambiando attivamente i vecchi modi di fare e abbandonando quelle abitudini che ormai appartengono al passato. Possiamo dunque affermare che è giusto sostenere la diversità non solo dal punto di vista morale, ma anche da quello matematico. Le imprese davvero inclusive assumono personale scegliendo da un pool di candidati due volte più ampio, uno che comprende le donne oltre agli uomini. 

Abbiamo fatto quattro chiacchiere anche con Lauren Passey, vicepresidente ufficio vendite e nuove imprese di Currencycloud per le aree EMEA e Nord America, chiedendole se ha avuto pari opportunità nella nostra azienda e nel settore bancario in generale. A questa domanda Lauren risponde che, anche se non è mai stata discriminata dai colleghi uomini nel corso della carriera, ha vissuto momenti spiacevoli in occasioni pubbliche: “Alcuni uomini davano per scontato che fossi l’addetta alla reception, perciò mi chiedevano di preparare un tè o ponevano le domande ad altri colleghi uomini piuttosto che a me.  A volte anche le donne commettono lo stesso errore in queste situazioni, motivo per cui dobbiamo lottare tutti insieme per la parità di genere.”

Lauren ricorda le professioniste alle prime armi nei settori fintech e bancario che la carriera è esclusivamente nelle loro mani: “Spiegate chiaramente quali sono i vostri obiettivi e quale percorso volete intraprendere per raggiungerli. Correte rischi, siate curiose e non abbiate paura di sbagliare, perché è proprio dagli errori che potete imparare di più.” Inoltre, consiglia di chiedere costantemente feedback. “Concentratevi sempre sul vostro sviluppo personale, ispiratevi sia a mentori uomini che donne e lavorate per aziende che prendono seriamente il benessere organizzativo.”

“Se dovete lottare per la parità, probabilmente non lavorate in un ambiente sano.”  Lauren Passey, vicepresidente ufficio vendite e nuove imprese EMEA e Nord America di Currencycloud

Lauren è convinta che le aziende debbano mettere la parità di genere al primo posto, insieme a diversità e inclusione. “In questo modo possono ampliare le prospettive, diventare ancora più innovative, prendere decisioni migliori, risolvere problemi più facilmente e fidelizzare i team.”

Andrew Milne, responsabile relazioni di Currencycloud, ha illustrato le iniziative che abbiamo proposto a sostegno della parità di genere nella nostra azienda. “Abbiamo creato GD@CC, un network al femminile che promuove l’inclusione di genere, senza distinzioni. Uno dei principi di base della filosofia di Currencycloud è che non è possibile includere le persone escludendole.  Tutti i nostri network si fondano sull’alleanza e l’accessibilità proprio perché anche chi non appartiene alla comunità possa comunque interagire con i suoi membri e crescere attraverso l’inclusione e la scoperta di altre culture.”

Le tavole rotonde funzionano molto bene poiché consentono alle donne con ruoli di leadership di condividere consigli professionali, storie ed esperienze con l’azienda, manager del futuro e talenti promettenti. “Questi dibattiti danno a chi è agli inizi della carriera l’opportunità di conoscere la nostra leadership e di trovare l’ispirazione per continuare a crescere professionalmente, fino a diventare le manager del futuro.” 

Noi di Currencycloud teniamo vivi i nostri network e organizziamo regolarmente eventi, anche per raccogliere feedback su come il nostro team può creare un autentico ambiente inclusivo.  

Ringraziamo la dottoressa Leda Glyptis, la vicepresidente Lauren Passey e il responsabile relazioni Andrew Milne per averci ricordato che sta a tutti noi trovare una soluzione iniziando a porre domande scomode. 

Viktoria Labusga
Di: Viktoria Labusga

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