La finanza incorporata non è solo un termine in voga nel settore: basta guardarsi intorno per vedere sempre più esempi di questa tendenza. Pensa a tutte le volte che hai pagato un Uber o JustEat direttamente dall’app.
Ovviamente, quando subentrano le transazioni internazionali diventa tutto più difficile. I fornitori di servizi di finanza incorporata si ritrovano davanti a un unico ostacolo: le normative finanziarie globali e le peculiarità in materia per ogni Paese.
Come fornitori di questo tipo di servizi, siamo impegnati in prima linea per risolvere le complessità e aiutare le aziende a restare al passo con il trend. Ecco perché abbiamo creato una serie di articoli esaustivi sulla finanza incorporata. Iniziamo intervistando due professionisti di Currencycloud: Richard Arundel, co-fondatore e chief evangelist, e Piers Marais, responsabile prodotti. Ci spiegheranno perché i fornitori devono affrontare la questione normativa con una strategia proattiva per offrire transazioni transfrontaliere in modo efficiente.
La finanza incorporata consente alle aziende di integrare in modo nativo nei loro sistemi piattaforme di pagamenti, funzioni di prestito o altri servizi specifici pronti all’uso, sviluppati dai partner finanziari, tramite tecnologia API.
Il vantaggio? I servizi finanziari possono essere integrati in quasi tutti i settori, tra cui un numero crescente di siti web e app che operano in altri ambiti su scala globale.
Queste soluzioni sono semplici per gli utenti finali e accattivanti per le aziende che vogliono integrare le transazioni nelle proprie piattaforme. Proprio per questo si prevede che la finanza incorporata fatturerà quasi 230 miliardi di dollari nel giro di cinque anni.
I partner finanziari hanno un ruolo determinate in questa crescita perché si occupano della parte difficile: sviluppano la tecnologia e la forniscono tramite API. Ciò consente ai clienti di integrare rapidamente questi servizi nelle loro piattaforme, dedicandosi a servire gli utenti ed espandersi sui mercati internazionali.
È quindi inevitabile per i fornitori condurre analisi approfondite per gestire l’aspetto normativo in modo da soddisfare i requisiti di conformità nei vari Paesi. Appianare questa difficoltà per creare un sistema globale di finanza incorporata in grado di elaborare transazioni transfrontaliere è un compito complesso.
L’ascesa delle piattaforme di e-commerce internazionali ha permesso alle aziende di servire clienti in tutto il mondo, almeno in teoria. Eppure, le normative influiscono ancora molto sulla finanza incorporata, soprattutto sulla velocità a cui le aziende entrano nel mercato e raggiungono nuovi clienti.
La conformità alle normative è uno dei passaggi più difficili da superare per offrire servizi di finanza incorporata. I fornitori devono attenersi a norme diverse a seconda del Paese in cui si trovano gli utenti finali delle aziende.
Ad esempio, le normative e la struttura dei fornitori di Stati Uniti, Unione Europea e Regno Unito sono diverse tra loro. Le aziende che operano negli Stati Uniti potrebbero avere a che fare con un quadro più segmentato rispetto a quello di altre aree geografiche, finendo solitamente a collaborare con più entità, come una serie di banche sponsor. “Ciò incide sulla velocità di accesso al mercato, a meno che il fornitore scelto non sia in grado di offrire un pacchetto completo”, afferma Richard.
Per quanto riguarda l’Unione Europea e il Regno Unito, ora le transazioni finanziare sono classificate come pagamenti transfrontalieri che coinvolgono normative distinte. Le aziende che hanno rapporti con utenti in entrambe le aree geografiche potrebbero dover cooperare con due fornitori di servizi finanziari diversi che operano in una o nell’altra area, incorrendo in perdite economiche e ritardi nell’ingresso sul mercato.
Lo stesso vale in altre parti del mondo. È quindi facile dedurre che una questione complessa come quella delle normative rende difficile la gestione autonoma della crescita e dei processi aziendali.
“In sostanza, le normative sono forse l’aspetto più difficile da risolvere”, sostiene Richard. “Il 2020 è stato l’anno cruciale per l’ascesa dei servizi di finanza incorporata. Nel 2021 vedremo sempre più fornitori impegnati a superare questo ostacolo per le aziende.”
Considerata la complessità delle normative, è importante che le aziende cerchino partner affidabili nel settore in grado di risolvere i problemi relativi a:
Le aziende emergenti che desiderano offrire servizi di finanza incorporata devono puntare su fornitori che hanno già portato a termine i compiti più difficili per conto loro. I partner affidabili sono quelli completamente regolamentati e conformi in ogni Paese da raggiungere.
Questi partner consentono ai clienti diretti di affacciarsi sul mercato più rapidamente, senza perdere tempo e denaro nella gestione della conformità in autonomia. “Di solito, l’entità deve aprire una sede locale e ottenere una licenza IMEL nelle giurisdizioni, operazioni che permettono al fornitore di gestire i flussi di fondi”, afferma Piers. Grazie alla licenza IMEL, l’azienda può trattare valuta digitale o moneta elettronica; in pratica, è un gradino al di sotto della licenza bancaria.
Conseguire la conformità alle normative può essere dispendioso sia in termini di tempo che di denaro, due elementi particolarmente problematici per le aziende in crescita che affrontano una tornata di investimenti o entrano in nuovi mercati. “Non è facile né economico sostenere questi processi burocratici”, dice Piers. Fortunatamente, alcune fintech sono in grado di accollarsi questo onere, aiutando le aziende a risparmiare tempo e denaro.
Oltre a questo, le aziende possono accedere al mercato più rapidamente, risparmiare i capitali guadagnati con fatica e, di conseguenza, gestire i margini di profitto.
Per servire meglio le aziende internazionali in crescita, alcuni fornitori di servizi di finanza incorporata si assumono i costi e l’onere della regolamentazione in più Paesi alla volta. Per farlo, sviluppano una rete in grado di garantire la conformità alle normative in vari territori, sfruttando spesso sistemi bancari locali o partnership strategiche con fintech.
Il risultato? Le aziende native digitali servono un numero maggiore di clienti in più aree e più velocemente. Piers ritiene che, in sostanza: “I clienti riescono a introdurre le proprie soluzioni nel mercato nel modo più rapido ed economico possibile, senza doversi preoccupare della complessa questione normativa.”
Alcuni leader di pensiero del settore, come Angela Strange di Andreessen Horowitz, sostengono che tutte le aziende saranno fintech in futuro. Se questo succederà o meno è tutto da vedere, ma “quello che sappiamo è che le società come Uber continueranno a voler aggiungere funzioni di pagamento nelle piattaforme”, sostiene Richard.
I fornitori stanno spostando l’attenzione sempre più verso piattaforme software non regolamentate, come aziende tech, piattaforme di fatturazione e marketplace. La natura di queste entità le porta a offrire servizi a clienti in vari Paesi, complicando così l’aspetto della conformità.
Secondo le previsioni, le società software non regolamentate continueranno a crescere nel 2021 e oltre. Queste nuove realtà non saranno attive in aree geografiche specifiche, ma si appoggeranno a fornitori di servizi di finanza incorporata in grado di offrire transazioni transfrontaliere semplici per le funzioni di pagamento dei loro sistemi.
Continua a esplorare la nostra serie dedicata alle possibilità reali della finanza incorporata. Leggi l’intervista a HUBUC nel secondo articolo per scoprire perché il passaggio dai servizi di digital banking a quelli di finanza incorporata è stato fondamentale per la crescita della società.